Dai cortili salì ombra, e nella notte … lenti eccheggiarono …

 Battiti lenti. Mentre il sonno si disfaceva in farina…

      Nella mente …

      (momenti di calma, in convento)

Attimo d’amore – bellezza

Ho baciato la rosa, accostandomi al suo fiato 

Insieme abbiamo urtato contro il profilo del vento 

La freccia d’oro del sole ha bisbigliato e ho

Immaginato una capretta verde.

(1974)

IN QUEL POMERIGGIO DI NOVEMBRE

In quel pomeriggio di novembre, il cielo si chiuse,
sotto di lui rotolò il vento;
rotolavano le piante in mulinelli stridenti,
e l’acqua muggì sotto il peso
del vento


POMERIGGIO DI ATTORI

Bocca negra di una stanza immota, ossificata in nero
Sudario di una stanza di ore che non battono, nero …
Sulle pareti, nero … di specchi di lamiera
Ramata,
sudario di una stanza dove le ore non battono …!


HO GRIDATO, URLAVO DI PAZZIA

E nessuno se n’è
Accorto … occupati a gridare di stomaco e di budella
Sulle battute dei “Gioielli” di … Diderot …!
Come corvi
Attorno a un tavolo male illuminato,
i volti come maschere … più o meno …
e più di sempre e forse … meno, … e forse più!
Un candelotto alto, leggiadro
Dinanzi
Alla faccia luciferina
Di un poeta o pittore del … passato,
ritratta;
nelle urla per ore di stomaco e budella, il tavolo
di attori pareva una … corda macabra,
ho urlato di … noia e di dolore

Come ti percepivo, o Mancanza di … vita!

Aprile ’87  


A NERUDA

L’anima tua mi afferra
Come un pugno
D’acciaio, di stelle,
bisogna essere
“lucertola e salamandra”

Per conoscere
… la terra,
non/fiaba …!


LIBERO ARBITRIO

Non sei risorto neanche Tu, per me,
sento solo il mio sangue sbattere nella scatola cranica
nelle convulsioni rabbiose
di chi non ha avuto
pane terrestre.

Ricordi i tempi in cui promettevo
Di condurre balsami
A quelli sconvolti?
Mi sentivo forte allora
Ora c’è solo retorica

Come un rosario biascicato,
la nenia di vecchi titoli
come
solo chi cade può risorgere.

No, è sempre la stessa caduta
E fu ingenuo
Volere
Per tutti un padre di tenerezza,
il Meraviglioso,
fu ingenuo:

il primo schema sbagliato è il libero arbitrio
arbitrio di divorare, arbitrio di dimenticare,
arbitrio di sbagliare porta, di sbagliare occhi
arbitrio di nascondersi, di giocare a fuggire e a ritornare
si, 
la danza va bene
si il gioco dietro gli alberi come le baccanti
si
ma non per ritrovarsi nel vicolo cieco,
non per accorgersi che ci sono solo ferite
terribili 
e disgusto,
per me non risorgerai, Cristo risorto
e non ho paura nel dirtelo
giacchè non si può barare con Te,
no
stavolta non sentirò le voci “accomodate” dei preti
con Te, con Te non si può fare
“teatro”,
l’antico vizio di questo mondo a due facce,

Tu sei verità, vita come la ricordo, come la percepii
Appena quando l’anima si apriva alla misericordia,
non vorrei essere io, 
questo lo confido solo a Te, segretamente
e Tu ascolta “come so io”,
e inoltre …


CELESTE ANARCHIA (da cielo)

Non credere 
Alle barriere che pongono,
non credere che siano nel giusto
con paure
timori
attaccamenti:
anche tu hai commesso questo errore
ma non credere in questo,
pensa alla anarchia celeste (libertà)
non caos o disordine
ma libertà
di amare,
perdonare: arte difficile
ma
degna della perfetta Mente
non credere alle case che si chiudono,
non credere ai cuori chiusi
non sostare sull’aridità tua o altrui,
pensa all’azzurro come al colore
della fraternità dell’amore.

Cadesti: tutto ti spinse alla caduta
Che non volevi,
adesso invoca Madonna Misericordia
che ti protegga
e liberi il tuo cuore che dovette rinchiudersi,
invoca
il tuo giardino incantato interiore
dove brilla il presentimento di qualcosa
di superiore,
non ricordare
i tuoi dolori: voi tre, cari, crocificati al dolore,
non ricordare
ciò che abbuia
: ritorni a splendere il giardino interiore
: la bellezza

Non muore
E l’amore
Non si distrugge

………………………………………………..

Nella stanza/porto
Piovve tanto
Che il camino gelò
E rabbrividì …


ORA CHE IL ROSPO VERDE HA SCHIZZATO IL GIUSTO VELENO

Ora che il rospo verde ha schizzato il giusto veleno
E quanto ne hai bevuto, figlia mia, o poesia
Rigetta all’inferno, l’inferno
E andiamo via,
      vedi
      cristico è il cuore illeso
e tu che fin ora non vedevi
       e trasmutavi follie
       in chiese,
       tu non vedendo
       barcollando cadevi 
       tra la iena e l’inferno;
avrai ora, col genio che conduce
      la forza del perdono a quei non veri
che trovandosi a far gli ingannatori 
      i furbi, i chiusi
      sbandieran 
      vecchie troie di vecchie lor
      bandiere:
      svegliati e piangi
      : io son tornata via dall’ inganno che a me
 Tese poesia
Quando raccomandava
Di capire 
      Il cuore stolto altrui
      E schiava mi faceva,
Samaritana al pozzo, tu, va via!


PIOGGIA DI PRIMAVERA

O vieni, pioggia e inserrati al grembo della terra,
vieni vieni sorella, coi piedi d’acqua ed il respiro … verde
e fa della mia stanza una lucerna
e delle scale fa … un’ampolla verde,
vieni lenta, sottile, taciuta e fa
dei miei piedi chiari, uno scudo …
Vieni, pioggia che zampilli agli angoli e li vuoti.
Vieni, vieni o lenta e fa della tinozza una conchiglia,
del lume rosso fanne … un tuo … battello;
Vieni, luminosa e chiara, aggrappati a una foglia …
E una farfalla verde … dispàri,
vieni, coi campanelli aerei
attorti alla tua veste,
con tutta la tua faccia trabocca viole, dèsta …
Vieni marmorea e fine, come un unico coltello sottile,
vieni, matronale e chiara …
legandoti all’anfora e al filo … di un geranio;
vieni, cornuta amica della mia veste,
raccogliti nel grembo suo rotondo, poi …
vola via al tempo dei sonagli:
quello t’è sponda e … oh vieni, rosata, musicale
tu pioggia che t’acconci sulle scale,
vicina, distante, colorita, pioggia …
or Or, finita, con un sussurro biondo,
rilibera … la spiga!


ANDIAMO, CREATURA!

 … E un angelo venne e disse: Maria, ascolta, abbiamo
Conosciuta la tua stanchezza.
Spezzerò il cordone che ti lega al mondo.
Sognai questo perché vidi che nel mondo non c’era
Più con chi essere d’accordo.
La famiglia? Quella tetraggine noiosa, le stanze senza
Fantasia, i coniugi legati come carcerati?
Il moralismo e la sua assenza di misericordia?
Il delitto d’onore?
I riti ridenti e pagani dei giovani drogati?
Mi trovavo in un bazar straniero, non sapevo dove mettere
I piedi o chi guardare.
Per questo sognai una misericordia che dicesse: andiamo,
Creatura, è finito, per te, il mondo!

(12 ottobre ’76) 


LA MORTE DEL CIGNO

Mentre in questo Paese straniero
Lontana da tutti quelli che      (voglio)
      Penso al tempo del trapasso
      Senza saperne nulla
     Anche penso 
     A che mi serve questo estraneo paese
da cui
     sono lontani tutti quelli che     (voglio)
II
Tu corpo hai le tue ragioni e tu formi tetti chiusi 
     Su cui nessuna delle mie rondini
     Canterà
     E tu corpo hai ben ragione,
     ma tuttavia sui tetti chiusi che formi
     non una delle mie rondini
     canterà:


qualunque fosse la ragione e qualunque il torto venuto
a me che ho qui perduto,
non chiederete sciocche carità,
perché il corpo oh il corpo, egli ha ragione
ma sui tetti chiusi che forma
     nessuna delle mie rondini mai canterà:
Uomo, oh uomo, io non mi ricordavo più

     Che sei un paese col compito di espandersi,
non mi ricordavo che sei l’albero della vita
… io non mi ricordavo. Pensando … all’amore

Gennaio ’82

IL CIGNO IRRAGGIUNGIBILE ENERGIA

E chi mi fa mai schiavo: la cecità e il peccato 
    Ascolta, Tu, creatore non duale
Ascolta tu
     Di cui han detto l’Amato Unico:
se ho la forza
di guardare tutto
     senza storcere il volto
     in smorfia odiosa
     rotea dentro il mio petto
     il cuore scosso,
     rotea
     e lascia ch’io accetti d’aver

Tutto sbagliato,
     poiché l’errore, l’errore ivi
     era già in passato
ma alla conchiglia ardente di quel piano lascia la perla
non io te la ridono, ma Tu   che l’hai Tu in mano:
contenta, mia stagione all’inferno?

E come vedo ora oltre il mio male se,
dopo l’inferno, la stanza solamente, grigia riappare
     io sosto, vedi?

E come un incantato
     Incantevole bambino

Osservo in mente mia, il cigno …


LETTERA A PASOLINI

… L’eros se lo stanno tutto gustando loro
Come una panna gigante, come lo gusta il bambino
In doppiopetto, figlio dei ricchi …
Anche questa sera li vedo, vecchio scarafaggio Pier Paolo
E tu, sciocco martire dei barbari
Ammaterializzato da questo enorme buio, mentre
Quelli … materialisti son nati
E il vero guaio è che essi sono sempre troppi …
L’eros, quelli … i falsi cristiani
Ce l’hanno, stasera, come una panna gigante
E … godono.
Da questo loro godimento produrranno bambini, forse …
“vecchi e a ripetizione …” quanto loro stessi …!
      E dov’era il Figlio dell’Uomo …?
… costui … e noi con loro … non siamo che i figli
Delle mammelle che ci hanno allattato …. E che pena il saperlo,
e che pena … lo smarrimento ha portato, anzi
ha donato!!
E tu scrivi che come la condizione della giovinezza ha
Distrutto se stessa, così la condizione della poesia
      Ha distrutto la poesia,
ma per me che allora “Vegliavo” e che ero sprovveduta
ancor troppo … circa il barbaro che possiede, senza
possederla affatto la Terra ( sia Requie ed abbia Requiem in pace
almeno il primo Animale che mi donò, per fare il babbo natale
il mio primo autentico … mal di corpo …
e abbia Requie ed abbia Requiem in pace, lui e per lo meno lui,
il primo … altro poeta e barbaro, lo stolto).

sera del 25 maggio 1985


ASCOLTANDO BEETHOVEN

 Io ascoltando Beethoven
tendo l’orecchio
       e so che nessuno potrebbe dire
neppure San Francesco
dire: io ho l’anima di quello
: perciò io ti prego, mentre ami la musica  
      ti prego mentre ami Beethoven
Di stornare via il volto illuminato
      Da me,
perché è qui che io capisco
che un essere è Esso soltanto
qui comprendo, qui sento, qui vedo, vedo… 
      vedo, vedo!

 La tua musica non è l’orecchio soltanto che si tende su altre  
      Musiche
La tua musica non è il fare musica
La tua musica
È invece un uomo:
è quell’uomo
con quel gesto
con quella carezza unica
con quella ira giusta e quella unica dolcezza e  quel calore
: per questo, per questo perché mai si va ai concerti

Che sono il mercato di una grandezza

E perché si va anche nelle chiese

Perché
Talvolta mi sembra così sciocco il discepolato
Di Chiunque
Esteriore modo di vita
Che Mai è
       TU espresso 

(22 febbraio ’81) 


HO IMBOCCATO UN SENTIERO LONTANO … 

(Maddalena) 

(I)
Uscirei dal cerchio di fame
Uscirei dalla lotta insensata
Uscirei dalle brame che dividono
Uscirei dal vecchio uomo

   Assiepato 
In rocca
Di spazi limitanti ahi Terra! Ahi!

Perdonami o tu di cui non vedevo più il dolore 

     O, gettatevi ai miei piedi

Perché ormai allora lo finsi 

     L’amore

Eppure  eppure   come dire che mi vendo persino 

     Chi amai   “da re a regina”

(II)
Vedi, la casa illuminata e finemente ascoltata 
     Non poté mai aprirci le soglie, 
     soltanto dirupi di stalle 
     di chiavi rubate alle mura 
     pavimenti di rossa terracotta
dove ero viva,
dove ero morta
e saltava l’uva rossa fango, fatta acida
in bottiglie in disuso 
     perché mai io credetti a un natale
dell’infanzia perduto

Tra le musiche fatte da geni
Troverai l’onda chiara e sottile: questo mondo non sembra
Divino se il fratello ti brucia la schiena
C’è forse un natale più grande, ma di neve 
     Che a noi è come se non fosse dato mai vedere 
     C’è un natale più immenso più grande 
:volta gli occhi e ricordati per un istante 

(III) 
: Lo vorrai questo cuore 
     Ferito?
Per mie fede, chiamami Tu : amica

E le guerre rigettami tu via, o lontano e vicino Dio che io non sento 
: non lo vedi? Non gli ero io sposa 
     Ma la guerra ci avviene qui quando 
     Ci si stacca un calore dal fianco,
per le misere donne piangenti, dammi acqua di chiari ruscelli
e non più guerre, / oppure guerre /oppure guerre …

Soprattutto tu dammi il rispetto

Delle donne in divani corrose

Che poiché non sanno sapendo 

     Alle vergini viola 

     Indicando 

     Vecchi artigli rivelano in seno,

Maddalena fiammante / Tu / in cielo!

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